"Un anno?! Ma non è troppo? Perdi un sacco di scuola e dopo dovrai studiarti tutto!"
Questa è la reazione che il 90% delle persone hanno quando rispondo alla domanda"Ma quanto stai via?" Reazione che ho imparato a gestire con un bel sorriso sulle labbra e un "vorrei stare via di più". Una frase che genera o un "Sei coraggiosa" o una smorfia strana e un "Io non ci riuscirei mai... sei pazza." (provate a immaginare quando gli dico che vado in Norvegia... ecco, questi scappano)
Comunque sì, potrei essere pazza, potrei essere coraggiosa, forse sono entrambe le cose, forse tutti gli exchange students sono un po' pazzi e coraggiosi, ma se non si è ne pazzi e nè coraggiosi non si parte, mai. Non si può giustificare la scelta di partire per una anno solo con la voglia di viaggiare, nel senso di arrivare ad una meta, almeno non nel mio caso. L'urgenza di cambiare tutto, di uscire dalla propria comfort zone, di mettersi alla prova mi ha spinto e mi spinge ogni giorno a fare questa scelta. Una scelta che per molti comprende semplicemente una valigia piena di vestiti e 10 mesi lontano dall'Italia. La valigia per me, invece, è vuota, tornerà piena, e non di vestiti. Viaggiare non è collezionare luoghi, viaggiare, per me, è crescere, cambiare, aprire gli occhi.
Perchè hai scelto di fare l'anno all'estero è una domanda che cambia da persona a persona, una domanda davvero difficile la cui risposta non potrà mai essere capita a fondo. E' come quando ti chiedono perchè quello è il tuo libro preferito o perchè sei innamorata/o di quella persona. Puoi cercare di spiegarlo, ma sai che in realtà non ci riuscirai perchè loro non sono te. Forse è un esempio esagerato ma ci sono cose che non possono essere spiegate a parole, cose che possono essere comprese solo da chi le prova in prima persona.
Poi c'è quel 10% delle persone che quando rispondo alla domanda "Ma quanto stai via?" sorride e continua con altre domande, senza aggiungere commenti o giudizi ma solo curiosità. Sono loro che mi fanno entusiasmare ancora di più di quanto non lo sia già, che mi confermano che posso farcela e che sarà un successo. Sono fortunata ad avere queste persone al mio fianco che credono in mè e nell'esperienza che sto per iniziare. Probabilmente non vedono l'ora che io parta per non rivedermi per 10 mesi, ma questo è un altro discorso.
Puntate in alto ragazzi, credete in voi stessi e ricordatevi che la vita è adesso
Comments